Le emorroidi, nella medicina tradizionale, vengono generalmente descritte come un problema medico locale, legato a un cedimento strutturale delle vene del retto, spesso associato a stitichezza, sforzo evacuativo o alimentazione. Tuttavia, secondo l’approccio biologico delle 5 Leggi Biologiche, questo disturbo assume una spiegazione più ampia e coerente.
In questa visione, la malattia non è un errore, ma un’informazione biologica sensata: un adattamento preciso che coinvolge psiche, cervello e organo. Le emorroidi rappresentano la manifestazione finale di un processo conflittuale legato al territorio, all’identità, alla collocazione sociale e alla gestione del proprio spazio vitale, sia sul piano maschile che femminile.
La Mappa dei Tessuti: origine e localizzazione del conflitto
Per comprendere davvero le emorroidi è fondamentale osservare la localizzazione del tessuto coinvolto, perché ogni strato embrionale risponde a temi che riguardano conflitti differenti. È qui che la Nuova Medicina si distingue dalla medicina sintomatica: non si limita a trattare il sintomo, ma ne ricerca l’origine.
1. Identità, territorio e mucosa del retto (Ectoderma)
La mucosa del retto, controllata dal cervello (corteccia sensoriale), è collegata al conflitto di territorio e di identità:
“Chi sono io qui?”, “Qual è il mio posto?”, “Dove mi colloco?”.
Fase attiva: durante il conflitto, spesso vissuto con rabbia, timore, frustrazione o senso di ingiustizia, la mucosa va incontro a micro-ulcerazioni. È una fase attiva, silenziosa, spesso non dolorosa.
Soluzione e fase di riparazione: quando il conflitto è risolto, compare la fase di riparazione. È qui che avviene la comparsa delle emorroidi visibili: gonfiore, edema, sanguinamento vivo e dolore. Il disturbo diventa doloroso, ma paradossalmente indica che il processo biologico sta andando verso l’equilibrio.
In caso di costellazione (più conflitti contemporanei), il quadro può cronicizzarsi, creando un circolo vizioso.
2. Svalutazione e struttura venosa (Mesoderma)
Quando il coinvolgimento riguarda il tessuto mesodermico, il tema si sposta sulla svalutazione e sull’incapacità di “tenere una posizione”.
Qui il vissuto è spesso: “Non riesco a impormi”, “Mi sento schiacciato”, “Non ho forza”.
La dilatazione delle vene emorroidarie funziona come una risposta biologica alla pressione emotiva non gestita. Questo tipo di sofferenza è spesso collegata a stati di depressione, stanchezza cronica e perdita di direzione.
3. Il “boccone sporco” e il conflitto di porcata (Endoderma)
Negli strati più profondi, l’endoderma reagisce a conflitti percepiti come porcata, ingiustizia, sporco morale o “qualcosa di indigesto”. È il classico boccone che non si riesce a eliminare.
Questo tipo di conflitto può essere legato anche a dinamiche alimentari, familiari o lavorative, e talvolta coinvolgere altri organi come il pancreas, quando il tema riguarda la sopravvivenza o la mancanza di “dolcezza” nella vita.
La parte coinvolta (destro/sinistro) fornisce un’indicazione preziosa sul tipo di relazione o situazione vissuta: madre, partner, lavoro, clan, autorità.
Le emorroidi non sono un evento casuale, ma una manifestazione sensata di un processo biologico. Comprendere il disturbo significa uscire dalla logica della sola medicina tradizionale ed entrare in una visione integrata, dove ogni sintomo racconta una storia di adattamento, sofferenza e possibile ritorno all’equilibrio.




